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Il ricordo di von der Leyen su Giulia Cecchettin: “Merita giustizia”

Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha scosso profondamente l’Italia, riportando al centro del dibattito pubblico la drammatica realtà della violenza di genere. La giovane studentessa di ingegneria biomedica, appena ventiduenne, è stata brutalmente assassinata l’11 novembre 2023 dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta, incapace di accettare la fine della loro relazione. Questo tragico evento ha suscitato un’ondata di indignazione e ha riacceso l’urgenza di affrontare con determinazione il fenomeno dei femminicidi nel nostro Paese.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre 2024, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha voluto ricordare Giulia Cecchettin in un videomessaggio diffuso sui social. Von der Leyen ha sottolineato come una donna su tre subisca violenza nel corso della sua vita e ha affermato: “In questa giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne lasciateci ricordare che dietro ogni numero c’è un volto, un nome, un’anima, una storia. Donne come Giulia Cecchettin in Italia, Deborah Mihalova in Bulgaria e Gisele Pelicot in Francia. Meritano protezione, meritano sostegno, meritano giustizia. E meritano di essere ascoltate. Per questo stiamo rompendo il silenzio. Così poniamo fine alla violenza. Oggi e ogni giorno noi stiamo dalla parte delle vittime”.

Il padre di Giulia, Gino Cecchettin, ha espresso profonda emozione per le parole della presidente europea, dichiarando: “Nella semplicità, nella bontà, Giulia è arrivata in tutta Europa e con lei il messaggio che vogliamo veicolare, cioè che alla violenza bisogna sempre preferire l’amore”. La famiglia Cecchettin, colpita da un dolore incommensurabile, ha scelto di trasformare la tragedia in un impegno concreto per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere e promuovere una cultura del rispetto e dell’amore.

Il processo a carico di Filippo Turetta è attualmente in corso presso la Corte d’Assise di Venezia. Le accuse mosse nei suoi confronti sono gravi: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dall’efferatezza, oltre a stalking, sequestro di persona, occultamento di cadavere e porto d’armi continuato. Questi reati potrebbero comportare una condanna all’ergastolo. La sentenza è attesa per il 3 dicembre prossimo.

Il caso di Giulia Cecchettin ha riacceso il dibattito sulla necessità di interventi efficaci per prevenire la violenza contro le donne. È fondamentale promuovere l’educazione al rispetto e all’uguaglianza di genere fin dalle scuole, implementare misure di protezione per le vittime e garantire che i colpevoli siano perseguiti con la massima severità. Solo attraverso un impegno collettivo e una presa di coscienza diffusa sarà possibile costruire una società in cui nessuna donna debba più temere per la propria vita a causa della violenza di genere.

La storia di Giulia Cecchettin deve servire da monito e da sprone per un cambiamento culturale profondo, affinché il suo sacrificio non sia stato vano e affinché si possa finalmente porre fine alla tragica sequenza di femminicidi che affligge il nostro Paese.